Agromafia. Inasprire il contrasto alla contraffazione
La contraffazione compromette il settore agroalimentare italiano. Combatterla è dovere del legislatore, a tutela del nostro made in Italy, della sopravvivenza e del rilancio del settore (150 miliardi euro di fatturato secondo la Coldiretti), nonché della salute dei cittadini che hanno il diritto di conoscere l’origine del cibo che mangiano.
Da questa convinzione nasce la proposta di legge cinquestelle che inasprisce il contrasto alla contraffazione agroalimentare ricordando, in particolare, la centralità della criminalità organizzata in questo grave fenomeno. Nell’ultima relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia, è stato messo in evidenza, infatti, come clan camorristici, famiglie mafiose e ‘ndrangheta siano coinvolte in un fitto intreccio che interessa tutta la filiera agroalimentare: dall’accaparramento dei terreni agricoli alla produzione, dal trasporto allo stoccaggio, dall’intermediazione alla fissazione dei prezzi, fino agli investimenti per l’acquisto di catene di supermercati o centri commerciali.
Per queste ragioni, la stessa DNA, durante la passata legislatura, aveva chiesto al Parlamento di impegnarsi per modificare il codice penale e di procedura penale (artt. 518 e 448 c.p., art. 51 c.p.p.), inserendo così la contraffazione agroalimentare nei reati perseguibili dalla Procura Antimafia. Finora, però, nonostante il monito e le ricche spiegazioni dell’allora procuratore nazionale Pietro Grasso, nessuno aveva risposto a questo appello. Ma poi è arrivato il Movimento Cinque Stelle…
Ecco la nostra proposta.